Alberto Meli nasce a Luzzana il 26 agosto 1921.

Nel 1937 frequenta il laboratorio di Gianni Remuzzi e scopre i segreti dell'uso della pietra, le sue caratteristiche e come si deve trattare.
Dal 1947 al 1953 Frequenta l'Accademia Carrara dove incontra valenti maestri tra i quali Achille Funi.

Partecipa al concorso di pittura e scultura Città di Bergamo, ottenendo con una testa di bimbo il premio Italcementi.
Premio Biennale alla permanente di Milano.
Primo premio alla Rassegna d'arte a Milano. Ottiene il personale riconoscimento di Paolo Candiani presidente dell'Accademia delle Belle Arti di Brera, che in una lettera definisce quella del Meli "Arte semplice e sana che si ricollega alle nostre più belle tradizioni".
Riceve il premio Diomira a Milano.
Con l'intento di intraprendere nuove strade si trasferisce a Locarno in Svizzera nell'atelier di Remo Rossi. Incontra diversi artisti, tra i quali Fischer, Richter, Beninger, Probst, Max Bill, e soprattutto Hans Jean Arp, del quale dal 1957 al 1966 diventa il primo collaboratore.
Nell'esperienza di collaborazione con Arp, raccoglie le sue sollecitazioni per incominciare un proprio percorso e immediatamente ottiene elogi e inviti a continuare con quello stile "decisamente geniale" come appare in "Enigma".
1965: Alle fornaci di Cunardo (Varese) partecipa per volontà di Jean Arp ad una mostra collettiva dove erano presenti Rossi, Richter, Guttuso, Cantatore, Borlotti e lo stesso Arp.
1966: Torna nel suo paese natale e inizia a produrre in proprio, sperimentando l'uso di materiali diversi: pietra, marmo, piombo, bronzo, legno, materiale sintetico e di recupero. Mette in atto le esperienze acquisite, alternando opere figurative, maggiormente richieste dal mercato, a opere astratte che sente maggiormente in sintonia con la sua sensibilità artistica. L'arte figurativa raggiunge episodi di intenso spessore umano, psicologico e fortemente spirituale. L'arte astratta spazia, oltre le realtà contingenti, in un mondo fantastico e marcatamente simbolico, alla ricerca di sempre nuove forme espressive e di emozioni intense.

2003: L'artista dona oltre 250 delle sue opere al Comune di Luzzana e viene allestito un Museo dove assieme alle sue opere e a quelle della moglie, la pittrice Ester Gaini, si trovano opere di Arp, Richter e Valenti.
Sempre nel 2003 nella sua casa di Luzzana, il 23 dicembre, il Maestro ci ha lasciato.

 

 

 

             

 

                                                        Una sala del Museo di Luzzana                                      L’artista che collabora all’allestimento del Museo

 

 

Perché una scultura di Alberto Meli?

Perché l'opera "Il giovinetto prigioniero della materia" ci sembra esprimere in modo efficace il momento in cui il vero Sè dell'individuo ha appena preso consapevolezza del suo "impastoiamento" nella materia e accenna il movimento che lo porterà a librarsi verso un mondo spirituale a cui appartiene di diritto.

 

Inoltre uno dei due fondatori del Centro NouV, l'architetto Luciano Doneda, avendo avuto modo di conoscere personalmente l'artista e apprezzarlo in occasione della sua collaborazione alla progettazione e realizzazione del Museo Meli a Luzzana (Bg), è particolarmente legato ad Alberto Meli e alle sue opere.

 

 

 

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